Riccardo Cavalleri

Presentazione artistica di Angela Corradi

Commento critico di Emanuela Bessegna

La buona conoscenza tecnica e coloristica unita ad una indagine interiore, permette a Cavalleri di presentarsi al pubblico con sincerità espressiva. Un promettente giovane artista che scava e trova nel pieno centro di se stesso gli elementi-entità che individuano la sua creatività.
Elementi geometrici come rettangoli, cerchi, linee di forza hanno ragione di uscire e di mostrarsi con impeto, solo dopo essere state analizzate, percepite e rivisitate gerarchicamente, nell’unico elemento “stabile ed equilibrato” della sua opera: il formato (generalmente quadrato di 100x100cm).

Le stesse pennellate riconducibili a forme geometriche tentano di fuoriuscire da se stesse e liberare sopiti istinti.

“Per alcuni anni ho lavorato con i metalli come saldatore nel campo della meccanica. E’ un’attività che obbliga a conoscere tutte le tecniche di saldatura per congiungere pezzi meccanici e mi sono accorto che questo diventa occasione per rielaborare i pezzi che trovo dentro di me, per ricomporli poi sulla tela.”

Magmaticamente i frammenti dell’esperienza personale dell’artista, si ricompongono secondo un certo ordine a partire da una suggestione, da un pensiero tema. Attraverso geometrie filtrano uomini, cose, pensieri, idee, momenti culminanti orgasmatici in un modo fluttuante dove implosioni ed esplosioni dimostrano grande slancio e vitalità, ben rappresentati da sottolineature materiche e coloristiche.

Ritornando all’interesse per le tecniche, i materiali ed i diversi reagenti tra loro combinati hanno portato la ricerca di Cavalleri alla comparsa, nelle sue ultime tele, di segni graffiati ottenuti dalla miscela di più materiali; segni di delimitazione delle figure con lacerazioni lievi che intaccano la purezza delle forme, ripetuti ed incisivi, tracce di ferite esistenziali che lasciano il segno.

Il colore nei suoi quadri è energia e vita, con valenze proprie sintetizzate nell’uso di essenziali gamme cromatiche: rosso, nero, bianco, oro.Il colore fatica a contenersi, può schizzare fuori dalla tele in un gesto liberatorio. Una buona conoscenza della rappresentazione e delle regole compositive saldano colori e materia pittorica che diventa tanto più vitale quanto più si ispessisce, si stratifica e scava dentro l’anima. In alcune tele la “crosta nobile” sembra trattenere l’indicibile, il personale, la libido nascosta,diventando sipario di contenimento dell’urgenza di mettersi a nudo.Attività quest’ultima che comporta la fatica di una ricerca personale iniziata con grinta e vitalità. Un’azione coraggiosa di discoperta di un talento in continuo divenire.